È un posto veramente incantevole. L’isola, che somiglia a una piccola Gibilterra e che è congiunta da un ponte al Peloponneso, è di facile localizzazione anche a distanza. Avvicinandosi compare il villaggio di Yefira sulla terraferma. Arrivando da S, il vecchio villaggio in pietra si vedrà solo quando si sarà vicini poichè si confonde con lo sfondo roccioso. Attenzione che col meltemi, violente raffiche di vento soffiano nell’area di avvicinamento alla baia. Ancorare a S del ponte, dove i fondali raggiungono i 12-15 m, buono con leggeri venti meridionali, fornisce un discreto ridosso dal meltemi, anche se dal promontorio si insinua una discreta onda che farà rollare. Si consiglia di ancorare il più vicino possibile al porto peschereccio. Il fondo è di sabbia, rocce e alghe e in alcuni punti è scarso tenitore. Servizi: acqua in banchina all’interno del porto, rivolgersi all’addetto, potrebbe essere richiesta una modesta tariffa. La consegna del carburante avviene tramite una piccola autocisterna, la stazione di servizio si trova al di là del ponte. Si riparano avarie tecniche essenziali. Un ferramenta. Ufficio postale, banca e sportello ATM. Gas greco e da campeggio. Negozi forniti di tutti i generi alimentari. Ristoranti e trattorie. Nel vecchio borgo ci sono dei ristorantini collocati in una cornice molto romantica, tra mare e colline. Nei dintorni del porto peschereccio ci sono delle ottime ouzerie che offrono anche polpo alla griglia.
Monemvasia è un idilliaco borgo, costruito ai piedi di un promontorio roccioso e collegato alle coste del continente greco tramite un sottile lembo di terra. Molto meno conosciuta delle tradizionali mete turistiche ma non per questo meno affascinante. Un tempo era un’isola, oggi è una specie di sperone di roccia peninsulare raggiungibile attraverso un ponte. Quello che non ci si aspetta di trovarsi davanti, è una roccaforte medioevale cinta da mura impenetrabili. I fianchi, sono ripidi e scoscesi: sul lato S c’è il villaggio storico di Monemvasia, fatto di case in pietra abbarbicate sul fianco della collina e circondate da un labirinto di vicoli stretti. Sessanta metri al di sopra dell’abitato, sorge l’antico castello di Monemvasia, una fortificazione di cui oggi restano solo le rovine, la cui estensione fornisce l’immagine della sua importanza strategica che ebbe nell’antichità, quando era un avamposto della civiltà minoica. Fece poi parte dell’impero bizantino ed ebbe un periodo di prosperità sotto la dominazione veneziana nel XV° e XVI° secolo. Successivamente sarebbe passata di mano in mano tra i vari regni che si contendevano il dominio sull’Egeo meridionale. L’epoca d’oro dell’isola si concluderà alla fine dell’Ottocento, quando le nuove rotte commerciali ne avrebbero decretato il lento declino. Si fa fatica a collocare questo sperone di roccia al centro di dispute politiche e ambizioni territoriali, uno degli avamposti più contesi dalle potenze del Mediterraneo. Il famoso vino, originariamente prodotto a Malta e commercializzato dai veneziani, cambiò il nome del villaggio in Malvasia o anche Napoli di Malvasia. Grazie ai mercanti veneziani, luogo e prodotto finirono per coincidere, indicando per estensione tutti i vini dolci originari del Mediterraneo orientale. La porta di accesso a Monemvasia è una sola, infatti il suo nome significa “ingresso unico”, e la si può varcare solo a piedi. Qui, le auto, sono bandite. Il borgo è curato in ogni suo angolo: gli edifici in pietra, le strette viuzze coi loro ciottoli, i negozi di gioielli, le gallerie d’arte, i ristoranti con i tavoli all’aperto, i fiori che si impossessano dei muri, le case per vacanze e una incantevole piazzetta sul mare; il tutto sotto il dominio del castello, diviso tra la città alta e quella bassa, dal quale si può godere di un panorama straordinario sul Peloponneso! Da qui, un piccolo sentiero raggiunge la bellissima Chiesa di Agia Sofia, bizantina, posta sulla cima della scogliera tra rovine di case bizantine e cisterne dell’acropoli. Un percorso fortificato a “esse” porta alla Rocca di Goulas, sulla vetta che domina la città. Vi si accede da una galleria che conserva ancora oggi le sue originali porte di acciaio. Delle quaranta chiese esistenti, ne sono sopravvissute solo quattro e si trovano nella parte bassa del paese. Tra di esse c’è la Chiesa del Cristo Elkomenos (Cristo Trascinato), che prende il nome da una famosa icona di Cristo. La più antica chiesa è quella di San Paolo, che fu costruita nel 956, e che oggi ospita un museo. Verso la parte orientale della città bassa, più vicina al mare si trova la Madonna di Hrisafittisa, che fu realizzata nel XVI° secolo. Luoghi ancora ignoti al turismo di massa, dove anche in pieno agosto è possibile godere della pace più totale.