La grotta fu scoperta per caso nel 1959 da alcuni abitanti della zona attratti dal rumore d’acqua proveniente dall’interno e fu “pietra rossa” dal colore insolito della terra, delle stalattiti e stalagmiti ivi presenti. Durante l’esplorazione sistematica, fu rinvenuto un cranio umano di un uomo dell’età presunta di 25-35 anni, risalente a quasi un milione di anni prima; nella stessa sezione della grotta sono stati, inoltre, ritrovati aghi in osso e tracce di fuoco. Si ritiene che la grotta venisse utilizzata all’inizio dell’era glaciale. Nella sala della grotta battezzata ”Cimitero dei giganti” sono stati ritrovati i resti di 14 specie diverse di animali carnivori, quali orsi, pantere, leoni, iene, lupi rinoceronti, cervi e roditori, che evidentemente avevano scelto la grotta come rifugio anche in epoche precedenti a quella dell’uomo.
Gli scavi hanno portato alla luce il Foro Romano, templi, fontane, portici, bagni, latrine, il teatro, l’Odeon romana, il tempio di Asclepio e Hygieia, le terme romane, le mura della città e molti altri edifici, come l’area franca e un numero considerevole di monumenti veneziani e ottomani.
La Rotonda, risalente al IV sec. d.C., fu inizialmente costruita come mausoleo per l’imperatore Galerio, che aveva il suo seggio a Salonicco L’edificio cilindrico aveva inizialmente un diametro interno di 24,5 m, un’altezza di 30 m e pareti spesse 6,3 m mentre la pianta circolare era arricchita da otto nicchie. Alla fine del IV secolo, l’imperatore Teodosio il Grande fu battezzato a Salonicco e convertì, quindi, il mausoleo in una chiesa cristiana che venne decorata con incredibili mosaici colorati. Durante l’occupazione turca, fu trasformata in una moschea cui fu aggiunto il minareto (risalente al 1591).
La fondazone della città risale al 29 a.C. ad opera di Cesare Augusto che la fece erigere in commemorazione della sua vittoria su Antonio e Cleopatra, divenendo poi la città principale della regione.Oggi è possibile ammirare oltre all’acropoli anche il monumento di Actium di Augusto, un teatro con 77 file di posti, un Odeon, i resti dell’acquedotto, che portava l’acqua alla città dal fiume Louros dopo un tragitto di circa 50 km, il ninfeo, le terme, la villa romana di Antonino che presenta meravigliosi mosaici pavimentali, uno stadio, sede dei famosi giochi Actia, insieme con la vicina palestra, teatro e ippodromo.
Scoperta nel 1956, questa villa di tipo rurale si compone oggi di sole sei stanze, di cui quattro interne e decorate a mosaico e un cortile.
Proprio i mosaici pavimentali sono la caratteristica distintiva di questa villa risalente al II sec. d.C. e andata distrutta in un incendio, apparentemente durante il IV: motivi geometrici e floreali ma anche la rappresentazione di Fthonos (Invidia) nella forma di un giovane che viene attaccato da quattro animali selvatici.
Annoverato tra i siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, l’Heraion è un tempio ionico dedicato ad Era risalente al VII-VI secolo a.C. costruito con tutta probabilità su un edificio più antico del VIII secolo o addirittura precedente. Opera colossale, il tempio poggiava su ben 115 colonne altissime: basti pensare che Erodoto considerava il tempio di Era come “il tempio più grande e più imponente in Grecia della sua epoca”.
Considerato ancora oggi una delle realizzazioni più ardite e moderne dell’ingegneria idrica classica, il progetto risale al VI secolo a.C.: il tiranno Policrate, a causa delle aumentate esigenze di rifornimento idrico dell’isola, assoldò l’ingegnere Eupalino di Megara per costruire un acquedotto.
Eupalino elaborò il progetto di un acquedotto che doveva collegare la città di Samos al monte Kastro: un percorso interamente sotterraneo di circa 2,5 km, che fu scavato contemporaneamente da entrambe le estremità solo con picconi, martelli e scalpelli e che durò circa 10 anni.
Si tratta di un fenomeno geologico molto raro che consiste nei resti di piante fossilizzate a seguito di eruzioni di lava che hanno cicoperto la zona in antichità; col passare del tempo i tronchi fossilizzati sono poi riaffiorati a causa della naturale erosione delle rocce vulcaniche.
La Foresta di Pietra risale a ben 15-20 milioni di anni fa: qui si trova il maggiore tronco verticale fossilizzato del mondo, alto 7,02 m e con un diametro di 8,58 m: appartiene alla specie Taxodioxylon Albertense, l’antenato dell’odierna sequoia.
Alcuni resti sono stati rinvenuti in mare a ovest dell’isoletta di Nisiopi ad una profondità di circa 30 m, a riprova del fatto che la foresta si estendesse su un’area molto vasta, poi sommersa dalle acque marine.
La prima attività religiosa di questo sito risale al VII secolo a.C., anche se gli edifici di cui è possibile ammirare oggi i resti furono costruiti nel IV e nel III secolo a.C. fino al primo periodo imperiale romano. Il santuario era il luogo di culto e di rappresentazione dei misteri in onore dei Grandi Dei, un evento religioso di grande importanza durante l’antichità greca e romana. Ancora oggi, tuttavia, l’identità e la natura degli dei adorati su Samotracia, i cosiddetti “Kabeiroi”, rimangono ancora problematiche.
In questo sito fu trovata e poi trasferita al museo del Louvre di Parigi la famosa Vittoria Alata di Samotracia di cui è possibile visitare la sola struttura rettangolare rivolta a norde databile al II secolo a.C..
Si tratta di una delle più grandi scoperte archeologiche a livello mondiale. Abitato sin dal tardo Neolitico fino al 4000 aC, questo insediamento vide una grande espansione prima della grande eruzione del vulcano nel 1650 a.C. che, se da un lato ne decretò la distruzione, dall’altro ha permesso di rinvenire una straordinaria testimonianza del passato, grazie allo spesso strato di pomice e cenere che lo ha ricoperto interamente. Oggi è possibile camminare per le strette strade delimitate da case a due o a tre piani dotate di sistema fognario nonchè ammirare affreschi dai colori intensi che raffigurano animali ed uomini (gli affreschi del Pescatore, quelli con le antilopi, le scimmie, la primavera e altri grandi), considerati oggi gli esempi più antichi di grandi dipinti in Europa.